Prevenzione è Performance
Prevenzione è performance
Nello sport, la crescita salvaguardata dei giovani non sarà attuabile fino a quando l’unico obiettivo sarà conseguire risultati immediati trascurando la tutela dell’integrità fisica degli atleti.
Nonostante vi sia un incremento esponenziale di infortuni, non traumatici, in tutte le discipline sportive questo preoccupante fenomeno per gli addetti ai lavori non è motivo di preoccupazione. Non è possibile attribuire e sostenere che ciò succede è esclusivamente causato dalla sfortuna o dalla fragilità strutturale dell’atleta; le cause sono le inevitabili conseguenze di un’approssimativa conoscenza di base dell’atleta e della prevenzione. Si pensa di perdere del tempo prezioso, non sapendo che ricerca della prestazione e prevenzione possono coesistere; fondamentalmente non si sa allenare.
Sappiamo teoricamente gli effetti dell’allenamento ma sappiamo poco o nulla sull’elemento più importante:le reazioni dell’atleta all’allenamento. Questo perché non interessa conoscere chi si allena.
Negli anni lo sviluppo tecnologico nello sport è finalizzato solo all’analisi delle prestazioni dell’atleta.
Esempio è L’Analisi Cinematica Tridimensionale, una tecnologia, relativamente nuova ma in voga ora, con grandi potenzialità valutative ma utilizzata principalmente per studiare la precisione del gesto tecnico.
Lo schema motorio di un gesto tecnico è direttamente proporzionale alla coordinazione.
Le limitazioni di questa capacità hanno a volte una componente cognitiva ma spesso hanno origini:
- Mentali : rielaborazione dello schema motorio (crescita del ragazzo, rientro all’agonismo dopo un lungo infortunio ecc.)
- Funzionali: squilibrio tra le Catene Cinetiche
- Strutturali: Modificazioni della funzionalità articolare della Colonna Vertebrale (Scoliosi, Cifosi, ecc.)
Correggere dal punto di vista tecnico una struttura alterata da difetti strutturali è problematico.
Si incontrano sempre resistenze da parte di uno o più punti della catena cinetica posteriore che non permettono la fluidità del gesto. Solo il recupero, con la completa distensione dei due anelli principali: ischio-crurali e cingolo-scapolare, permette l’allungamento completo degli arti superiori ed inferiori con miglioramento dell’articolarità annullando rischi di lesioni muscolari . Un errore frequente, credendo di riequilibrare le catene muscolari, è il potenziamento con esercizi di forza. Tale intervento aumenta lo squilibrio tra le catene flessoria ed estensoria provocando il blocco del bacino ed il rischio di lesioni muscolari ai muscoli flessori.
Queste informazioni devono far capire, che per la prestazione, la prevenzione è più importante del talento e del miglior allenamento. Un atleta perennemente infortunato quali risultati potrà raggiungere?
La valutazione dell'atleta
Una mancanza di equilibrio nella fase statica condiziona sempre l’attività dinamica
La valutazione dinamica seguente si riferisce ad una giovane giocatrice di Volley costretta a sospendere l’attività agonistica.
Nella fase dinamica il nostro corpo oltre a dover contrastare le forze esterne agenti (Gravità, resistenza dell’aria, attrito, torcenti) è anche sottoposto ad accelerazioni nelle fasi di spinta e di atterraggio nel passo.
Nella prima fase la forza è utilizzata per la spinta mentre nella fase di atterraggio le forze vengono assorbite dalle articolazioni; questa è la fase in cui le articolazioni sono messe più a rischio. Una distribuzione sbilanciata delle forze sui giunti articolari li mette a rischio di deformazione e rottura.
Maggiore sarà la velocità del movimento più grandi saranno le accelerazioni a cui la struttura sarà sottoposta. Il movimento di un atleta sotto sforzo varia continuamente sia nel tempo (variazione della direzione della velocità e accellerazioni), che nello spazio (traiettoria percorsa). Da ciò consegue che maggiore sarà l’intensità dello sforzo, maggiore saranno i rischi a cui va incontro. La correlazione esistente tra intensità dell’attività fisica e rischi a cui va incontro non è lineare; per cui da un aumento dell’attività fisica deriva un maggiore aumento della percentuale di rischio.
Metodologie di sviluppo per la forza specifica utilizzano esercitazioni pliometriche costituite da una fase eccentrica di spinta ed una concentrica di atterraggio.
La fase di partenza, dal punto di vista preventivo e prestativo, è la fase più importante. Per studiare il moto del corpo, in prima approssimazione, si può considerare il corpo umano come un punto in cui è concentrata la massa (baricentro) che si muove nel tempo e nello spazio. Utilizzando tale approssimazione, si può analizzare un atleta che compie un salto come soggetto in una prima fase a una forza di spinta verso l’alto e appena si ha lo stacco da terra l’unica forza agente risulta la forza di gravità. Tuttavia considerando la persona nel suo complesso, e quindi la distribuzione della sua massa, non si possono trascurare le asimmetrie esistenti. Per esempio nella fase di spinta è probabile che vi sia una gamba che imprime una forza maggiore.
Di conseguenza la forza risultante non giace più su una retta passante per il baricentro e nasce quindi un momento. Inoltre i movimenti del corpo, volontari o involontari, che vengono compiuti dall’atleta nella fase di “volo” (movimenti delle braccia e delle gambe), generano anch’essi dei momenti sulla struttura. Tutti questi elementi fanno si che le accelerazioni a cui è sottoposta la struttura nella fase di atterraggio siano significativamente differenti dalla semplice azione della forza di gravità. Nell’analisi di una prestazione, la probabilità sconfitta/vittoria è spesso condizionata dalla relazione variabili/costanti; variabile certa per un atleta in una competizione dovrebbe essere solo l’avversario .Il resto deve essere una costante. Con le tecnologie di cui disponiamo, il controllo di:condizione di forma fisica, equilibrio strutturale, condizione nervosa ed il recupero dalla fatica, devono essere gli elementi caratteristici quotidiani per una buona crescita programmata.
(Stefano Braga classe 1994 – Ex Atleta della Nazionale Long Jump – Nel 2014 Campione italiano Promesse, medaglia di bronzo Camp. Italiani Assoluti. Nel 2011Medaglia d’argento europei e di bronzo mondiali Allievi)
E. Panza – Dott. Ing. Meccanica
D. Mantovani – Project Manager